“Borges por él mismo – Everness”

EVERNESS

Solo una cosa non c’è. È l’oblio.

Dio, che salva il metallo, salva la scoria e novera nella sua profetica memoria le lune che saranno e quelle che sono state.



Link utili:

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Everness/Sempritudine dell’artista
Federica Amichetti


L’opera, come lei stessa scrive, “è concepita come un libro circolare come il tempo e la memoria, in un percorso dove ogni pagina che si rincorre è il frammento di una visione, dove la bellezza e la preziosità della carta nel suo Vuoto si rivela con la luce. I miei paesaggi, nella loro dimensione metafisica e misteriosa, questa volta sono sensibilmente incisi e fanno sì che attraverso la luce, il mistero, il surreale e l’illusione all’interno del paesaggio diventino quasi “una scrittura”. Le strutture, le carte, si sommano senza escludersi ed è il proprio “io” con i propri percorsi mentali che ri-costruisce un possibile spazio assente”.

Il più grande labirinto esistente è in Italia e si ispira a J.L. Borges

LABIRINTO DELLA MASONE

(Intervista a Franco Maria Ricci)

Come l’incontro con Borges ha cambiato la sua vita?

A più riprese Borges fu mio ospite a Fontanellato e a Milano. Gli dissi, uno di quei giorni, che mi sarebbe piaciuto, prima o poi, costruire un labirinto; aggiunsi, peccando un po’ di superbia, che sarebbe stato il più grande del mondo. Borges obiettò che il più grande labirinto del mondo esisteva già, ed era il deserto. Una cosa mi sembrava sin da allora certa: non avrei mai potuto costruire uno di quei labirinti infiniti, o pressoché infiniti, che Borges aveva descritto in certi racconti di Finzioni o de L’Aleph.

FRANCO MARIA RICCI

FMR, Éphémère, effimero. È solo un gioco di parole ben riuscito o è proprio nell’effimero che si nasconde la vera bellezza?
L’arte, che ambisce all’eterno, e l’effimero, che corteggia le vierge, le vivace et le bel aujourd’hui (Mallarmé), abitano spazi contigui e intercomunicanti. Sono un editore d’arte, ma l’effimero è annidato nel mio nome: ricordo ancora il giorno in cui scoprii, con sorpresa, divertimento e addirittura emozione che, lette in francese, le mie iniziali – FMR – suonavano éphémère, ‘effimero’. L’eterno è il nutrimento che desideriamo, … ma siamo sensibili alle rovine, alle eleganze dei tempi andati, alle testimonianze delle feste finite, perché siamo esseri mortali.

Borges quasi cieco, ma il buio è dolce: «Assomiglia all’eternità» – Elogio dell’Ombra

#Borges quasi cieco, ma il buio è dolce: «Assomiglia all’eternità»

Giorgio Montefoschi

Dio, vale a dire colui che è «l’È, il Fu, il Sarà»

…..

«Io» — rivela, dunque — «volli giocare coi Miei figli./ Fui tra loro con stupore e tenerezza./ Per opera di una magia/ nacqui stranamente in un ventre./ Vissi stregato, imprigionato in un corpo/ e nell’umiltà dell’anima/ …Conobbi la veglia, il sonno, i sogni,/ l’ignoranza, la carne,/ gli incerti labirinti della ragione,/ la misteriosa devozione dei cani./ Fui amato, compreso, osannato e appeso a una croce/… Ho affidato a un uomo qualunque questa scrittura;/ non sarà mai quello che voglio dire,/ non sarà che il suo riflesso./ Dalla mia eternità cadono questi segni/ …A volte penso con nostalgia/ all’odore di quella bottega di falegname».

https://www.corriere.it/cultura/18_gennaio_07/jorge-luis-borges-scrittore-autore-poesia-giorgio-montefoschi-adelphi-onbra-cecita-6a378fdc-f3ce-11e7-aa70-8e209e058724_amp.html

Libere interpretazioni teatrali vedi video sopra

Ma questa penombra — dice Borges — è una penombra lenta, che non fa male, «scorre per un dolce declivio/ e assomiglia all’eternità». Lui — dice ancora — non ne è sgomentato, come dovrebbe essere: la considera, invece, «una dolcezza, un ritorno». E dove conduce, quel ritorno, la strada lastricata di dormiveglia e sogni, giorni e notti, agonie e resurrezioni, sulla quale sono confluiti il sud e il nord, l’ovest e l’est, se non al non-luogo che è il nostro segreto centro?

#elogiodell’ombra

Guarda “io ringraziare desidero mariangela gualtieri” 

…per il divino labirinto, per Borges, per le infinite biblioteche, per la poesia… io ringraziare desidero #MariangelaGualtieri

                     https://youtu.be/tT63e-S8V9A

 

 https://youtu.be/r9HSWplxwFI

Scrivere per dimenticarsi, Berkeley, Borges, Garufi

Sergio Garufi

suo babbo gli aveva spiegato l’idealismo di Berkeley con l’ausilio di un’arancia, chiedendogli se secondo lui il gusto dell’arancia stava dentro l’agrume o nella bocca di chi l’assaggiava. Quello che aveva capito in quel remoto giorno della sua infanzia, e che non riguardava solo l’idealismo di Berkeley, è che il mondo è fatto soprattutto di relazioni, e che il senso delle cose non sta dentro di loro ma nel rapporto che s’instaura con chi le percepisce, così come il sapore di un frutto lo determina l’incontro col palato di chi l’assaggia.

Bussai timidamente e, senza il minimo cambiamento di voce, Borges rispose: “Lasciate ogni speranza voi che entrate”

Minima&Moralia

Ciò che accomuna Berkeley a filosofi come Locke, Cartesio, Malebranche e Leibniz è la posizione primaria che viene assegnata all’intelletto, come unità di tutti i principi di ragione. Ma a differenza dei suoi predecessori (e di molti altri suoi successori), l’intelletto diventa l’unica realtà dotata di sostanzialità. Il semplice fatto di percepire, di intuire questo o quell’oggetto sensibile non ci permette di poter affermare che quell’oggetto esista se non come oggetto della percezione.

Fonte


Video

“Alberto Arbasino intervista Jorge Luis Borges”

Alberto Arbasino

intervista Jorge Luis Borges


Fermoimmagine del video

La Letteratura è sempre stata Fantastica è cominciata con la Cosmogonia, con la Mitologia…bisogna ritornare alla tradizione fantastica, che è la vera grande tradizione…l’altra è piuttosto giornalismo, storia..


Link

Intervista Arbrasino – Borges

Intervista

“Jorge Luis Borges : Conferencia Magistral sobre James Joyce” – Evaristo Carriego

#JORGELUISBORGES #JAMESJOYCE #EVARISTOCARRIEGO

Borges sostiene di essersi avvicinato all’Ulisse con: “l’indefinibile ardore che provavano gli antichi viaggiatori quando scoprivano una terra sconosciuta alla loro meraviglia errabonda”, e si affretta ad anticipare la risposta alla domanda che inevitabilmente viene posta a ogni lettore di questo romanzo infinito: “L’avete letto tutto?”. Borges risponde di no, ma di sapere di che si tratta pur non avendolo ultimato, così come si può affermare di conoscere una città senza averne percorse a una a una tutte le strade.

La risposta di Borges, più che una boutade, è la perspicace esposizione di un metodo: l’Ulisse, in effetti, va letto proprio con lo stesso spirito con cui si percorre una città, inventando traiettorie, ripercorrendo a volte le stesse strade e ignorandone completamente altre. Per lo stesso ragionamento uno scrittore non può lasciarsi influenzare da tutto l’Ulisse, ma solo da alcuni suoi capitoli, o da determinati aspetti del libro. Joyce e Borges avevano due stili quasi antitetici (sempre che si possa attribuire uno stile a Joyce): quello che Borges, nel suo Evaristo Carriego, avrebbe definito lo “stile della realtà”: minuzioso, incessante, onnivoro – lo stile joyciano per eccellenza – e quello coltivato da Borges stesso, lo “stile del ricordo”, il cui obiettivo è la semplificazione e l’economia dei fatti e del linguaggio. Quello che invece accomuna i due autori è l’ambito letterario in cui si collocano: entrambi provenienti da paesi occidentali periferici, colonie o neocolonie, essi riuscirono, partendo dalle limitazioni a cui erano sottoposti, a creare due letterature che abbracciassero la cultura intera, sia la propria che quella del padrone, ridefinendone la lingua; Joyce insegnando agli inglesi a scrivere in inglese, e Borges facendo qualcosa di simile con gli spagnoli.

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1984, Borges a Palermo (Ferdinando Scianna/Magnum/Contrasto)

Prologo dell ‘Evaristo Carriego di Jorge Luis Borges… e lo “stile del ricordo”

Ho creduto, per anni, di essere cresciuto in un suburbio di Buenos Aires, suburbio di strade avventurose e di tramonti visibili. A dire il vero sono cresciuto in un giardino dietro le lance di un’inferriata, in una biblioteca di innumerevoli volumi inglesi. La Palermo di coltelli e di chitarre era presente agli angoli delle strade, ma chi popolava i miei mattini e dava piacevole orrore alle mie notti erano il bucaniere cieco di Stephenson agonizzante sotto gli zoccoli dei cavalli, e il traditore che abbandonò l’amico sulla luna, e il viandante del tempo che riportò dal futuro un fiore appassito, e il genio per secoli prigioniero nell’anfora salomonica, e il profeta velato del Jorasan, che dietro le gemme e le sete occultava la lebbra.

Alberto Manguel: nella letteratura conta il lettore – Jorge Luis Borges

http://www.letteratura.rai.it/embed/alberto-manguel-nella-letteratura-conta-il-lettore/39069/default.aspx

 

Alberto Manguel: nella letteratura conta il lettore

Narratore, scrittore e traduttore Alberto Manguel è il direttore della biblioteca Nazionale di Buenos Aires. Appena sedicenne, lavorando presso la libreria Pygmalion di Buenos Aires, incontrò Jorge Luis Borges, ormai cieco, che gli chiese di leggere ad alta voce per lui, a casa sua. Ora dirige la biblioteca di cui anche il grande scrittore fu direttore. Ha viaggiato per tutto il mondo da Tel Aviv all’Argentina. per poi abbandonare il Paese nel 1968 e soggiornare in Francia (dove è stato nominato Ufficiale dell’Ordine delle Arti e delle Lettere), Inghilterra, Italia, Tahiti e Canada. Ha scritto molti libri, tra cui ricordiamo: Una storia della lettura (1996), Con Borges (2005), Dizionario dei luoghi fantastici (2008), Il libro degli elogi(2009),Diario di un lettore (2004),Stevenson sotto le palme (2007), La biblioteca di notte (2007) Un amante puntiglioso (2009), Il ritorno (2010), Tutti gli uomini sono bugiardi (2010), Una storia naturale della curiosità(2015), La città delle parole (2016).

Lo abbiamo incontrato a Mantova, in occasione del Terzo Raduno dei gruppi di lettura, e abbiamo parlato con lui di Borges, di lettura e di Dante (a proposito della Divina Commedia ha detto: “è l’opera perfetta, propone un orizzonte così lontano verso cui viaggio tutti i giorni e non arrivo mai”).

Jorge Luis Borges: il mio rapporto con il tempo

Anniversari, 24 Agosto 1899

Video

 

http://www.letteratura.rai.it/embed/jorge-luis-borges-il-mio-rapporto-con-il-tempo/993/default.aspx

 

Le Lingue Perfette,Umberto Eco parla di Borges

https://youtu.be/I2_lE1rxiHg