Alberto Manguel – La musa dell’impotenza – Festival della Mente

Alberto Manguel al Festival della Mente

L’imminenza di una rivelazione che non avviene

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La Musa dell’Impotenza

Secondo Mallarmé su ogni opera d’arte si estende l’ala protettrice della Musa dell’Impotenza, la quale, a differenza della Musa Ispiratrice, contiene l’esecuzione di un’opera entro i limiti di ciò che è umanamente possibile. Ogni grande creatore è consapevole dell’imperfezione della propria opera e il fallimento è la materia di cui gran parte di ogni creazione è composta. Jorge Luis Borges e il suo maestro, Dante, lo sapevano: l’artista deve rassegnarsi a non raggiungere mai l’espressione compiuta della propria visione, e riconoscere che il fatto artistico, come disse lo stesso Borges, non è altro che “l’imminenza di una rivelazione che non avviene”.

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ALBERTO MANGUEL

nato a Buenos Aires e cresciuto a Tel Aviv, ha vissuto in Argentina, Italia, Francia, Inghilterra, Tahiti e Canada, dove ha preso la cittadinanza.? All’età di sedici anni lavorava in una celebre libreria di Buenos Aires dove ha conosciuto Jorge Luis Borges, diventandone il suo lettore privato (dal 1964 al 1968). Scrittore, saggista, traduttore e curatore di fama internazionale, Manguel scrive per diversi giornali internazionali ed è autore di molti libri, tra i quali: Con Borges (Adelphi, 2005); Diario di un lettore (Archinto, 2006) con cui ha vinto il Premio Grinzane Cavour 2007 per la saggistica; Stevenson sotto le palme (2007), L’amante puntiglioso (2009), Il ritorno (2010) per edizioni nottetempo; Al tavolo del cappellaio matto (2008), Il libro degli elogi (2009), Una vita immaginaria (2011), Dizionario dei luoghi fantastici (2011) per Archinto.